Il talco: allerta sul suo utilizzo

La IARC inserisce il talco nel gruppo 2a

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha recentemente inserito il talco nel gruppo 2a degli agenti cancerogeni, quindi come probabilmente cancerogeno per l’uomo. Fino a poco tempo fa, invece, era classificato come 2b, pertanto come possibilmente cancerogeno.

 

Sistema di classificazione IARC

Il sistema di classificazione delle sostanze cancerogene da parte dell’IARC si basa fondamentalmente sulla forza delle prove, da parte di studi scientifici, che un determinato agente fisico, chimico, biologico, occupazionale, causi tumori nell’uomo. Le ricerche sono fatte direttamente sull’uomo, su modelli animali o su colture cellulari. La classificazione prevede 4 gruppi IARC: gruppo 1, gruppo 2a, gruppo 2b, gruppo 3. Nel gruppo 1 sono inseriti quegli agenti per i quali vi sono sufficienti prove di cancerogenicità nell’uomo. Alcuni esempi sono: amianto, radiazioni ionizzanti, Virus delle Epatite B e C, lavorazione del cuoio. Il gruppo 2a, all’interno del quale è stato annoverato recentemente il talco, contiene agenti probabilmente cancerogeni per l’uomo. Le prove sono limitate nell’uomo ma sufficienti nell’animale e nelle colture cellulari. A tale gruppo appartengono: alcuni ceppi di Papillomavirus, diversi insetticidi e molti agenti chimici. Gli agenti del gruppo 2b, sono possibilmente cancerogeni per l’uomo. In questo caso vi sono prove limitate nell’uomo e non sufficienti degli animali e nelle colture cellulari, anche se in alcuni casi vi possono essere prove sufficienti nell’animale. Alcuni esempi sono: aspartame, carbone, alcuni ceppi di Papillomavirus e di HIV. Infine, nel gruppo 3, sono annoverati agenti per i quali le evidenze sono insufficienti nell’uomo e nell’animale. In alcuni casi vi sono prove nell’animale ma gli stessi meccanismi non sono confermati nell’uomo.

 

Utilizzo del talco

Il talco è un minerale di largo utilizzo a livello mondiale per la sua versatilità. Il suo utilizzo spazia dall’ambito industriale (industria della carta, della plastica e della gomma, delle ceramiche), all’ambito degli allevamenti di animali, fino all’ampio settore farmaceutico e della cosmesi. Infatti, è sterminato l’insieme di prodotti contenenti, anche solo come eccipiente, il talco. Basti pensare a molti fondotinta, ciprie e prodotti per l’igiene intima contenenti questo minerale. In particolare, l’allerta riguarda i prodotti per l’igiene intima, in quanto le evidenze scientifiche riguardano il carcinoma ovarico.

 

Conclusioni

Per capire la forza delle evidenze della cancerogenicità del talco, basta considerare che nello stesso gruppo sono inseriti agenti come il Papillomavirus. Sappiamo l’importanza della campagna di prevenzione di tale infezione per prevenire il tumore della cervice uterina. In attesa di ulteriori studi scientifici, è ragionevole limitare l’utilizzo del talco, evitando assolutamente il suo utilizzo per le parti intime e nei bambini di età inferiore ai tre anni, a causa dei problemi che può causare anche per le vie respiratorie.

 

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Fonte: IARC Monographs evaluate the carcinogenicity of talc and acrylonitrile (who.int)

Gioele D Amore

Medico-Chirurgo specialista in medicina del lavoro.
Iscritto all’elenco nazionale dei Medici Competenti.